Ant-Man – Recensione

Ant-ManHo sempre creduto in Ant-Man ma sarebbe meglio dire che ho sempre creduto nelle potenzialità di Scott Lang, ho sempre pensato che il personaggio cinematograficamente parlando avesse più da raccontare rispetto ad Hank Pym, l’Ant-Man originale, e sul perché ci torniamo dopo. Per i puristi vedere il secondo personaggio ad usare il nome di Ant-Man dei fumetti come protagonista di un film potrà sembrare una mancanza di rispetto nei loro confronti ma bisogna anche arrendersi all’idea che i film non sono fatti per noi maniaci dei fumetti ma per un pubblico più vasto, ed è anche vero che Scott Lang non è un novellino, la sua prima apparizione in un albo Marvel risale al 1979 e da allora per un lettore è quasi più semplice pensare a lui come Ant-Man che non a Pym che nel frattempo, tra le tante identità adottate, è diventato più riconoscibile con il nome di Giant-Man, e nel caso si fosse deciso di usare il solo Pym i fan di Scott avrebbero avuto anche loro diritto di sentirsi mancar di rispetto. Inoltre è stato sia membro dei Vendicatori (gli Avengers per i profani) che dei Fantastici 4. Ma sto divagando.

Perchè ho sempre creduto in Scott Lang? Perché Hank Pym sarebbe stato il terzo scienziato-supereroe dell’Universo Cinematografico Marvel dopo Tony Stark (Iron Man) e Bruce Banner (Hulk), insomma un qualcosa di già visto, e che probabilmente in futuro vedremo ancora, magari sempre in Marvel, ma con Scott Lang come seconda opzione perché non tentare una strada diversa? Il passato criminale di Scott lo rendeva perfetto, fresco, innovativo! Almeno per il cinema di supereroi, nei fumetti dove ormai ne abbiamo di tutti i tipi invece è tutto un altro discorso. La Marvel, e io con lei, ha voluto scommettere su un altro tipo di eroe, e ha vinto! Ha superato persino le aspettative! Il successo di Ant-Man va oltre la sua originalità, Scott Lang non è solo un eroe in cerca di riscatto. Scott si è rivelato il più umano tra gli eroi proposti finora. Lui è davvero l’uomo comune. Forse qualcuno starà pensando che sto dicendo stupidaggini ma ricordo bene anche io di come Stan Lee rivoluzionò il genere dei supereroi rendendoli più umani con il famoso motto “supereroi con superproblemi” ma anche con i suoi problemi al cuore un Tony Stark rimane un qualcosa di inarrivabile grazie al suo genio, così come rimane inarrivabile Steve Rogers il cuo vero potere è racchiuso nei suoi ideali, con o senza siero del supersoldato. Scott invece è davvero uno qualunque, un uomo che nonostante le sue capacità non riesce ad integrarsi nella società, che per sopravvivere deve aggirare le regole, e che per amore per la figlia Cassie e disperazione finisce con il commettere dei crimini. Basta guardare fuori dalla finestra per rendersi conto che non si tratta di qualcosa di così impossibile, e chiariamo subito che non si vuole giustificare il crimine, un crimine resta tale agli occhi della legge, ma le circostanze possono fare la differenza.

Alla fine si è deciso di accontentare un po’ tutti rispettando il canone del personaggio, infatti Hank Pym non solo è presente nel film, interpretato da Michael Douglas, come inventore della formula in grado di rimpicciolire la materia, le particelle Pym, ma è stato anche il primo Ant-Man, ritiratosi dall’attività perché impossibilitato dal poter indossare il costume per l’eccessiva esposizione alla sua formula (i lettori più vecchi ricorderanno i problemi di salute riscontrati dal personaggio in parte della sua vita editoriale) e per altri motivi che non starò a dire per non rovinare la visione a chi ancora non l’ha visto. Scott Lang ne raccoglie quindi l’eredità, a differenza del fumetto però viene scelto da Pym.

Sul film in sé non voglio parlare della mancata regia di Edgar Wright, in parte perché non voglio lodarlo a prescindere come fa gran parte del popolo del web solo perché fa figo ed è un nome altisonante, non mi interessa, non potremo mai sapere quale sarebbe stato il suo risultato, non ho l’arroganza di etichettare Payton Reed, il regista che ha sostituito Wright come un mediocre mestierante, quello che so per certo è che Ant-Man pur senza eccellere, funziona, e lo fa bene.  Paul Rudd si è dimostrato decisamente all’altezza, forse uno dei casting più riusciti, accompagnato da un cast di supporto a cui sono state riservate le parti più divertenti, in particolare a Luis (Michael Pena) evitando così al protagonista quelle esagerazioni in stile Tony Stark che possono infastidire parte del pubblico. Bravo Michael Douglas così come brava Evangeline Lily (Hope Van Dyne), un po’ sottotono il villain Darren Cross, interpretato da Corey Stoll che forse di recente avrete visto in The Strain, che effettivamente non è molto diverso da personaggi come Obadiah Stane di Iron Man, con in aggiunta l’ossessione/rancore per il suo mentore ma questo non è necessariamente un problema, i villain non devono per forza essere figure carismatiche o protagonisti al pari degli eroi, non è quello lo scopo dei cattivi, non sempre almeno e non in Ant-Man che ci vuole parlare delle seconde possibilità e lo fa attraverso il parallelismo nel rapporto padre-figlio tra Hank Pym/Hope e Scott/Cassie, ma anche con il rapporto Hank/Scott e Hank/Darren Cross.

Ant-Man è un classico film di origini ma riesce a distinguersi dagli altri anche per il diverso approccio, dopo l’atmosfera spy di Captain America: The Winter Soldier, dopo il buddy movie Iron Man 3 e dopo la space opera/comedy Guardiani della Galassia, la Marvel ci propone un heist movie in chiave supereroistica, dalla trama piuttosto semplice e con toni da commedia. Dal punto di vista visivo personalmente trovo Ant-Man ancor più suggetivo rispetto a quanto visto in Guardiani della Galassia, con questo mondo visto dalla prospettiva di una formica, niente di inedito al cinema ma pur sempre meno usato e famoso di ambienti fantascientifici e mondi alieni visti e stravisti nei vari Star Wars e Star Trek. Le scene d’azione sono tutte ben gestite, il continuo alternare delle dimensioni da parte di Scott Lang rendono perfettamente l’idea del suo potere, ben più di quanto uno possa immaginarsi leggendo un fumetto dove forse lo si può anche sottovalutare.

Non il miglior cinecomics, non il miglior film Marvel ma sicuramente un film riuscito, fantastico, capace di intrattenere e divertire che va ad espandere ulteriormente il già grande affresco dell’Universo Cinematografico Marvel con cui ci si collega senza risentirne nella trama.Ant-Man cinema

Voto: 7 1/5

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

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