Giappone, 1989. La giovane Junko Furuta viene rapita da quattro ragazzi legati alla Yakuza di età compresa tra i sedici e diciotto anni e tenuta prigioniera per quarantaquattro giorni. Durante la prigionia subì violenze sessuali e orribili torture, venne picchiata e costretta alla fame, fino ad ucciderla brutalmente. La sua sola colpa? Aver rifiutato uno di loro.
No, questa non è la trama di 17 Anni, non esattamente almeno, questo è un fatto di cronaca vera, uno dei crimini più efferati commessi in Giappone, tanto da aver avuto conseguenze nel sistema giudiziario Giapponese, in quanto all’epoca i colpevoli erano ancora minorenni e non potevano essere giudicati come adulti (in Giappone la maggiore età si raggiunge a vent’anni).
Il manga scritto da Seiji Fuiji e disegnato da Yoji Kamata si ispira a questo triste episodio e come abitudine tutta italiana si è portato dietro una serie di polemiche sterili per i temi trattati. In realtà sarebbe meglio dire che 17 Anni è liberamente ispirato ai fatti di cronaca avvenuti nel 1989 alla povera Junko Furuta. Nomi ed eventi sono stati modificati e romanzati, contrariamente a quanto pensano certe persone non vi è enfasi o spettacolarizzazione in quello che Sachiko, la protagonista del manga, subisce, che comunque è solo una piccola parte di ciò che Junko subì veramente dai suoi aguzzini. Questo manga ha come obiettivo quello di mettere in luce i difetti del sistema giudiziario giapponese, nell’omertà da parte di certe persone che per un motivo o per un altro finiscono per tacere sulla verità, su come questa omertà a volte può essere peggiore delle violenze stesse e lo fa attraverso la storia di Hiroki, uno dei rapitori, che diventa quasi il vero protagonista della storia. Inizialmente Hiroki sembra voler essere un punto di vista distaccato da quelli che invece sembrano i veri colpevoli, quasi a voler farti empatizzare con lui e capire ancora meglio la situazione, invece nel giro di pochi capitoli Hiroki si fa trascinare in una spirale di violenza contornata da errori su errori. Ed è qui che viene fuori la vera brutalità e l’orrore della storia, nelle cose non dette, nel non agire.
In coda ai quattro volumi che compongono l’opera J-Pop ha inserito anche delle interessanti analisi scritte da Giorgio Fabio Colombo, professore associato di diritto comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Nagoya e avvocato in Milano, sul contesto, gli aspetti legali, polizia, scuola e famiglia, che arricchiscono ulteriormente una lettura molto bella narrata con gran maestria e rispetto dei fatti reali. Una lettura davvero consigliata.
Titolo: 17 Anni
Edizione italiana: 17 Anni vol.1-4, J-Pop, 2020
Edizione originale: 17 Sai, Futubasha Publishers, 2004
Storia: Seiji Fuiji
Disegni: Yoji Kamata
Formato: brossurato con sovracoperta
Prezzo: € 27,60 con cofanetto (€ 6,90 ciascuno)
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Questo è uno di quei temi di cui non riuscirei a leggere, e non voglio dire che questo fumetto non debba esistere – si possono scrivere libri e girare film su fatti simili, perché non disegnarci dei fumetti? – ma solo che una vicenda tanto atroce non mi farebbe dormire la notte.
Conoscevo vagamente l’argomento, ma non sapevo che ci fossero polemiche in Italia su questo fumetto. Certa gente dovrebbe mettersi in ordine il cervello, prima di criticare.
Il manga ci va decisamente più leggero rispetto alla realtà, una lettura la merita. Poi se proprio non riesci a non pensare alla storia reale è un altro discorso.
È che sono cose che non reggo già coi personaggi inventati, è il mio punto più debole XP
Sono certo che il fumetto tratti la cosa nel modo migliore, già aver “alleggerito” il fatto nella rappresentazione indica una sensibilità nel costruire l’opera, però non ce la faccio. Magari in futuro.
A ogni modo, grazie per aver parlato di questa storia 😉
Che storia orribile… tra l’altro i responsabili hanno fatto pochi anni di carcere e una volta liberi hanno continuato a commettere crimini, alcuni sono rientrati in carcere per un po’… che tristezza.
Fu proprio per questo motivo che in seguito abbassarono l’età per giudicare i minori.
Conosco la terribile vicenda reale, se ne sa poco ma qualcosa alla fine è arrivata anche a noi.
Mi ha sempre stupito di come la gente non denunciasse, visto che tenevano la ragazza sul balcone. Nemmeno la polizia, possibile, riusciva a intervenire?
Comunque, un manga sicuramente da leggere anche se hanno modificato un po’ di cose, a quanto ne so.
Invece, i 4 reali ragazzi che fecero questa cosa, e che purtroppo la legge non ha condannato a morte (era il minimo, perché non parliamo nemmeno di esseri umani) spero che abbiano avuto dalla vita maggiori e reiterate sofferenze.
Moz-
Si, il manga è molto diverso, ci va più leggero